Riqualificazione Di Piazza Vittorio Emanuele II

Progetto Di Riqualificazione Di Piazza Vittorio Emanuele II

Intanto dobbiamo farla diventare una piazza. Adesso è un parcheggio.

Prima domanda: dove mettiamo le auto?

Largo Cavallerizza non basta. La facciamo diventare a tre piani (interrati). L’altro parcheggio ci sembra lontano.

Il budget certo non basterebbe anche per questa opera. La lasciamo come idea.

In Largo Cavallerizza ci spostiamo anche l’edicola.

Pensiamo ora alla piazza.

C’è una protagonista in questa piazza Vittorio Emanuele II (che tutti chiamano piazza S. Giustino): la Cattedrale.

Salta agli occhi il campanile; sembra essere stato ruotato con forza dal suo asse naturale per aprire la porta alla cattedrale.

Troviamo l’asse di rotazione. È questa la base della composizione della piazza. È la sua sostanza. Non ce ne sono altre. È così.

Solo così possiamo raccontare un po’ di storia ed interpretare il senso del luogo evitando di fare letteratura in relazione. L’interno di questo arco lo vogliamo bianco (pietra di trani). L’esterno in porfido che leghi con il resto della pavimentazione cittadina esistente. Le geometrie le segneremo in ottone, affinché si disegni la piazza attraverso la luce del sole riflesso.

E di notte? Niente luce dall’alto. Niente trucchi. Dall’alto solo la luna. Noi dal basso… siamo uomini e mortali, ma conosciamo e maneggiamo scienza e tecnologia. LED.

Solo Led. Bella scena. Buona illuminazione (ne mettiamo un migliaio). Poca manutenzione (ci puoi ballare sopra). Possono cambiare colore.

E la facciata del Comune? Se fosse restaurata per bene non sarebbe male.

Allora non la copriamo del tutto. Una parete curva in cristallo (l’Amministrazione la vogliamo trasparente).

Il cristallo è rigido, trasparente e fragile, come la vita pubblica e forse come la vita di ognuno. Anche questa cambia colore e proietta all’esterno ciò che succede all’interno del Palazzo.

Un messaggio di democrazia.

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